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Trail running

Il Trail Running, motore per i territori tra business e passione

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Una fotografia attuale del trail running, il suo ruolo di asset strategico per la promozione dei territori e di stimolo per le economie locali, gli impatti turistici e le ricadute, la crescita della disciplina e della fidelizzazione con i territori,  l’importanza dei volontari, le sfide che i comitati organizzatori devono affrontare ogni anno, la sostenibilità e l’economia circolare, le diverse e molteplici responsabilità che toccano sia organizzatori che atleti, lo spirito trail che non deve andare perso.  Sono stati questi alcuni dei tanti temi al centro della speciale tavola rotonda dal titolo “Trail running tra business e passione” che nel pomeriggio di giovedì 11 luglio, al Jardin de l’Ange di Courmayeur, ha visto, per circa un’ora e mezzo, protagonisti alcuni tra i più importanti referenti internazionali delle più avvincenti gare del panorama trail. Un’occasione unica e rara per vederli tutti insieme a riflettere sul cammino di una disciplina in continua crescita e dalle tante prospettive.

 

L’appuntamento, inserito nell’ambito del programma del Mont Blanc Trail Fest, nuovo format a battesimo quest’anno e legato al Gran Trail Courmayeur (12-14 luglio) , ha raccolto un pubblico attento e partecipe nel cuore della località ai piedi del Monte Bianco, che a pieno titolo rappresenta una delle principali capitali alpine del trail running.

 

A confrontarsi su tanti temi, moderati da Ivan Parasacco e Silvia Vaia, sono stati: Alessandra Nicoletti (GTC® e TORX®), Michel Poletti (UTMB®), Tommaso De Mottoni (La Corsa della Bora), Andrea Gaddi (UTLAC), Stefano Bertazzo (UTLO), Luca Banfi (Campo dei Fiori Trail), Jonathan Craig Wyatt (product specialist running La Sportiva®, sette volte campione del mondo di corsa in montagna) e Franco Collé (quattro volte vincitore del TOR330 – Tor des Géants®).

“Uno degli sport outdoor più belli, scarpe, pantaloncini, maglietta e natura, una ricetta unica – ha evidenziato in apertura l’Assessore del Comune di Courmayeur, Alberto Motta – Un atout importante per i territori che devono saper lavorare bene sulla comunicazione di questi eventi quale veicolo di promozione internazionale dalle grandi prospettive”.

 

La storia del trail, dalle prime gare ad oggi, è una sfida vinta, nata da piccole gare poi cresciute, che hanno saputo superare la diffidenza iniziale dei territori per diventarne motore di sviluppo, come testimoniato nei tanti interventi “C’è voluto del tempo, ma oggi gli eventi trail hanno un loro posizionamento chiaro e coinvolgono intere comunità – ha detto Alessandra Nicoletti – un evento di trail running fa muovere l’economia locale in modo consistente e se parliamo di business va inteso come benessere che viene creato per tutto l’indotto”.  A confermarlo con i numeri anche Michel Poletti, patron dell’Ultra Trail Mont Blanc “La corsa prima del 1995 era intesa come corsa in montagna, ma poi dal 2003 è nata la disciplina cugina, cioè il trail, che ha abbracciato tutti i territori. Oggi in Francia su una popolazione di 25mln il 30% fa trail, nel 2003 era l’1%”.

 

Il trail è in continua crescita e non esiste gesto atletico senza prescindere dal territorio che lo accoglie e che lo fa proprio, come detto da Tommaso De Mottoni, La Corsa de La Bora “inizialmente ci vedevano come pazzi, con alberghi chiusi, e si faceva fatica. Dopo 10 anni, le strutture aprono appositamente per permettere di accogliere i tanti ospiti e atleti. Ogni anno aumentano i corridori e la sfida per il futuro è cercare di offrire sempre nuove esperienze e varietà di percorsi per tutti, con servizi personalizzati, che permettano di ridurre alcuni impatti, creare consapevolezze”.

“L’appoggio delle istituzioni e dei Comuni, anche piccoli, con il tempo è cresciuto ed ha aiutato molto – Ha evidenziato Andrea Gaddi (UTLAC) – Ci sono eventi che sono diventati ormai iconici e hanno beneficiato dell’appoggio dei territori in modo importante aiutando il turismo locale”. Stefano Bertazzo (UTLO) ne è un esempio: “con il trail abbiamo fatto scoprire il lago d’Orta agli italiani ha detto – perché era molto più conosciuto dagli stranieri. Questo ci ha permesso di fare promozione. Fondamentale in questa crescita sono stati i volontari e le associazioni con cui collaboriamo. Chiediamo e diamo. 400 volontari, sono una grande famiglia”.

Luca Banfi (Campo dei Fiori Trail) – “Tra gli ideali e valori che ci hanno portato a creare la nostra gara c’era proprio il turismo sportivo, siamo nati nel 2016, mettendo a frutto l’ esperienza delle altre organizzazioni. Il trail è cresciuto e lo ha fatto in maniera organica, offrendo ai tanti appassionati e atleti, nei vari territori d’Italia, tante esperienze diverse e una visione comune”. 

 

“Organizzare o fare gare sono due dimensioni legate dal motore della passione che muove e ti porta a impegnarti anche per contribuire a far crescere questi eventi – ha commentato Franco Collé, campione di ultra trail e organizzatore della Monterosa Walser Weg – Io sono stato fortunato perché ho potuto raccogliere l’esperienza delle gare cui ho partecipato e poi ho avuto dai territori in cui vivo la richiesta di organizzare per loro una gara”.

“La gestazione dell’idea di una gara parte spesso quando sei atleta – ha confermato Jonathan Craig Wyatt  -tante competizioni sono nate così, dalla loro passione. Oggi un evento deve essere sostenibile, da tanti punti di vista, economico, per la sua crescita e tenuta, e ambientale. Per questo parliamo di business, ma inteso in modo positivo, è un concetto legato al cuore e alla passione. L’arrivo di sponsor permette di far crescere questi eventi, perché quando crescono devono strutturarsi meglio, con tante attenzioni a ridurre gli impatti sull’ambiente, ma è un tema questo presente in tutte le organizzazioni”.

A confermarlo, ancora una volta, Michel Poletti “Gli organizzatori di trail running sono oggi tutti coscienti della loro responsabilità. Non conosco organizzatori il cui primo pensiero non sia il rispetto del territorio. Noi approfittiamo della natura e allo stesso tempo dobbiamo essere esemplari nella sua protezione e dare l’esempio al mondo di quello che possiamo fare in questo senso. Con l’ UTMB abbiamo ad esempio ridotto del 100% l’utilizzo di plastica”. “Non possiamo immaginare di non essere impattanti – ha aggiunto Alessandra Nicoletti “far passare 1000 persone lascia un segno su territorio, noi cerchiamo di renderlo più leggero possibile. Questo è quello che fanno gli organizzatori che sono anche educatori. I regolamenti partono da questi principi”.

 

Altro tema importante è la preparazione degli atleti “c’è stata una crescita enorme – ha sottolineato Franco Collé – C’è più consapevolezza e preparazione. Sono nate nuove figure, allenatori, mental coach, Accademy. La mentalità sta cambiando, le persone hanno fame di consigli e questo fa bene alla disciplina.”

 

Di fronte a questa grande partecipazione e crescita, il sogno è che il trail running diventi disciplina olimpica? “Bisogna pensarci bene, è una riflessione importante da fare tra tutti insieme – ha concluso Michel Poletti – il rischio è di perdere quello spirito trail cui tutti siamo legati e che ci caratterizza”. “L’importante sarà mantenere la schiena dritta – ha aggiunto Alessandra Nicoletti –  per mantenere saldi i valori che ci caratterizzano e che condividiamo con chi partecipa alle nostre gare”.

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